Il progetto The Human Marketing era nato qualche anno fa con un intento ben preciso: fare chiarezza in un mondo – quello del marketing – spesso utilizzato per plasmare i comportamenti dei consumatori in modo non propriamente corretto, se non completamente sbagliato.
L’input era venuto durante un seminario, durante il quale dissi ai presenti: “voi non immaginate neanche quante cose sbagliate si fanno in nome del marketing e del profitto, quanti diritti vengono calpestati e quante persone ingannate; purtroppo non c’è nessuno che dica queste cose”.
Uno dei partecipanti mi invitò a farlo e così il progetto vide la luce.
A mano a mano che le settimane passavano maturavo la convinzione che fosse estremamente importante informare in merito a situazioni aziendali poco chiare e, allo stesso tempo, dare testimonianza ad attitudini e pratiche virtuose.
Mi piacevano quelle aziende che preferivano rispettare le persone, l’ambiente, il luogo in cui operavano, i reali bisogni dei clienti/consumatori senza trascurare – ovviamente – le aspettative dei titolari e degli azionisti.
Tutto ciò significava non più solamente l’esasperata ricerca del profitto, il condizionamento del mercato, la creazione di bisogni non necessari solo con lo scopo di vendere di più.
Al contrario una nuova e più evoluta relazione azienda-cliente: il valore da suddividere a beneficio delle parti coinvolte.
Credevo che ci fosse un percorso da camminare insieme, aziende e clienti/consumatori, fatto di trasparenza, correttezza e valori condivisi.
Questa avrebbe dovuto essere la strada di The Human Marketing per una evoluzione reale e globale del modo di fare impresa.
Ma come spesso accade per idee troppo idealistiche…ho finito con il ritrovarmi a crederci da solo.
Forse non erano i tempi giusti, forse il messaggio era sbagliato, però a fronte di tanti apprezzamenti non ho trovato nessuno che si volesse impegnare concretamente con me.
Qualche amica e qualche amico hanno dato una mano nel loro tempo perso, e li ringrazio ancora oggi.
A parte loro, il deserto…
Però non è detto che non abbia una seconda vita, prima o poi.
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