Esistono molti elementi per misurare la qualità del lavoro: il fatturato prodotto, i chilometri percorsi, il numero di cause vinte, i soldi che sono stati guadagnati.

Però la qualità di un lavoro è calcolabile solo in base a due parametri che spesso sono trascurati: la gratitudine e la riconoscenza.

Ti sono grato perché mi hai aiutato, perché mi hai insegnato, perché mi hai permesso di superare un ostacolo, perché sono migliorato.
Ti sono riconoscente perché senza te non ce l’avrei fatta, perché mi hai aperto a nuovi orizzonti, perché mi hai fatto capire che stavo sbagliando, perché mi hai liberato dalle mie paure.

Lavorare bene non significa essere il primo della classe o il più bravo. Lavorare bene significa mettersi a disposizione degli altri, lavorare con il gruppo e per il gruppo.
Essere un direttore d’orchestra che non dirige, ma che suona insieme agli altri, aiutando a correggere errori e a valorizzare il talento altrui.
Mi ha colpito molto una frase ascoltata recentemente: “il talento riconosce il talento”.
Niente di più vero!
Quanti talenti possiamo trovare in un essere umano? Infiniti.
E allora perché non mettere la persona di fronte a noi in condizione di esprimere il proprio talento, le proprie capacità nel migliore dei modi?
Perché non aiutare, agevolare, consentire a qualcuno di esprimersi, di dimostrare, di spiccare il volo?
Perché non permettere ad una persona di liberare le sue capacità intrinseche, come faceva Leonardo quando toglieva la parte in eccesso dai blocchi di marmo e realizzava capolavori?

Non ho avuto grandi aiuti dal punto di vista professionale, anzi ho spesso trovato ostacoli che ho dovuto gestire da solo.
Nonostante tutto ho fatto, poco o molto non importa. Se fossi stato messo nelle condizioni di esprimermi avrei fatto sicuramente di più.
E sarei stato grato, oltre che riconoscente.

Il nostro “successo” professionale dipende dalla nostra capacità di essere degli archi in grado di permettere a delle frecce di arrivare lontano, più lontano possibile.

Un abbraccio sincero di riconoscenza e un grazie di cuore, ricevuto da una persona alla quale hai trasmesso gli strumenti necessari per potersi esprimere, valgono più di un assegno.

Non sarò mai ricco di soldi grazie alle persone che incontro.
Sono già ricco della loro riconoscenza e gratitudine