In principio erano le 4P del marketing.
Product: il prodotto inteso come caratteristiche tecniche che costituiscono il valore funzionale di un oggetto. Price: la determinazione del prezzo considerando i fattori produttivi, organizzativi, gestionali dell’azienda, il prezzo dei concorrenti e il livello di spesa che è disposto a pagare il mercato. Place: le strategie di distribuzione, di presenza sul territorio, per rendere il prodotto/servizio disponibile per l’acquisto da parte di clienti e consumatori. Promotion: l’attività legata alla comunicazione aziendale.
Poi nel corso degli anni gli elementi del marketing mix si sono moltiplicati, iniziando proprio dalla Promotion che è stata divisa in “sotto categorie” quali Publicity, la pubblicità propriamente detta che si contrappone appunto alle attività di Promotion quali le fiere espositive, le sponsorizzazioni, l’attività promozionale dei venditori e così via e Public Relations, intesa come attività di tipo strettamente relazionale che porta ad un contatto diretto con clienti e consumatori.
Una definizione sempre più attenta ha portato ad individuare altre 3P: People, inteso come raggruppamento (segmentazione) di clienti e consumatori sempre più dettagliato e specifico – es. le tribù sociali dei “dandy”, oppure dei “tecnofili” o ancora degli “emo” – Processes, con riferimento ai processi aziendali, da migliorare e qualificare attraverso le certificazioni utilizzate per attrarre i clienti, e Project, che fa riferimento ai progetti e alla pianificazione di marketing, senza i quali le varie attività collegate a questa funzione sfuggono dal controllo e non portano al raggiungimento dell’obiettivo.
Possono bastare tutte queste P?
No, perchè il marketing ha bisogno di reinventarsi in continuazione. Così l’ultima “aggiunta” alla quale si è arrivati vede entrare in campo altre 2P: Pain e Pleasure!
Pain, inteso come fastidio, problema, ostacolo oltre che come dolore. Alcuni esempi di prodotti/servizi, oltre a quelli di stampo prettamente medicale. La popolazione è sempre più obesa? Immetto nel mercato integratori, attrezzi per il fitness, apro palestre. La popolazione richiede sempre più di cambiare il proprio aspetto perchè non si piace? Ecco il boom della chirurgia estetica. I consumatori hanno paura per la propria incolumità? Il marketing lavora per far capire che i sistemi anti intrusione, gli allarmi, la vigilanza privata e – addirittura – le armi sono la soluzione per mitigare tale paura. Svolgo un lavoro pericoloso? L’assicurazione anti infortuni fa leva sul timore di subire un infortunio ed avere una conseguente inabilità. E via di questo passo, con la paura a fare da collante per nuovi prodotti e servizi.
Pleasure, inteso – invece – come ricerca di soddisfazioni personali per il singolo, la famiglia, la collettività. Anche in questo caso gli esempi non mancano. La vita moderna è sempre più stressante? La popolazione cerca vacanze e cure per la persona come massaggi, trattamenti benessere, corsi di yoga e meditazione. E’ sempre più importante mangiare bene? I prodotti naturali e biologici sono la risposta giusta a questa esigenza. C’è una contrazione della ricchezza e posso spendere di meno? Però spendo meglio, privilegiando acquisti a maggior valore.
La ricerca della soddisfazione del piacere e l’anestetizzazione dei fattori di paura sono le nuove frontiere delle aziende orientate al marketing: faccio leva su questi elementi per offrire al mercato le mie soluzioni e non sono i miei prodotti/servizi.
Quindi anche queste ulteriori 2P vanno ad alimentare e integrare a tutti gli effetti la defizione del marketing.
Ma la domanda è spontanea: what will be next?