Parlo spesso, durante i miei seminari, della necessità di cambiare modo di fare impresa e di gestirla.
Di come sia importante adattarsi rapidamente ai cambiamenti che il contesto socio-economico in cui viviamo ci impone.
So anche quanto può essere difficile questo passaggio di cambiamento, ma insisto nell’opera di “evangelizzazione”.
Qualche giorno fa stavo parlando di questi aspetti con un paio di imprenditori quando uno dei due ha commentato il mio punto di vista dicendo: “è corretto. Ma siamo tutti schiavi dell’abitudine”.

E’ vero.
Troppe volte rifiutiamo il cambiamento perchè siamo legati a modi di fare e di pensare che ci appartengono da tanto, troppo tempo.

Di conseguenza è difficile cambiare modo di vedere le situazioni e di agire, soprattutto in un contesto così complesso come quello aziendale.
Allora – verrebbe da dire – non si può cambiare, invischiati come siamo nelle routine, nella quotidianità.
Che una cosa sia difficile non vuol dire che sia anche impossibile.
E alcuni spunti possono essere una buona base di partenza.

  • Guardare le cose da un altro punto di vista.
    Abituati come siamo a ripetere in modo sistematico e metodico sempre le stesse azioni, facciamo fatica a percorrere nuove strade.
    Sforzarci a guardare la realtà lavorativa da un’altra ottica, secondo schemi nuovi, ci consente di avviare il processo di cambiamento.
    La realtà ha sempre due facce.
    Si tratta di andare a scoprire quella nascosta: vedere al polso di una persona un braccialetto metallico non significa necessariamente che lo sia. Potrebbe anche essere il braccialetto dell’orologio…
  • Non cercare solo sotto il lampione.
    La crescita, l’innovazione e il cambiamento richiedono lo sforzo di guardare oltre a ciò che vediamo – e facciamo – quotidianamente.
    E’ un po’ come dire: “sotto la luce del lampione vedo, ma nel buio attorno c’è qualcosa che mi può far cambiare?”.
    Sforzarci di aprire nuove aree di business, ad esempio, rientra proprio in questo campo.
    Qualcuno ha pensato di forare la suola delle scarpe per far respirare i piedi e ne è nato un successo mondiale.
  • La regola del 10/10/10
    I cambiamenti – sia personali che lavorativi – inducono sempre il timore che si stia sbagliando qualcosa e che le conseguenze saranno importanti.
    Come convivere con questa paura e decidere se cambiare o meno?
    La regola del 10/10/10 aiuta in questo senso.
    Se devo prendere una decisione posso immaginare quali conseguenze avrò fra 10 minuti, 10 mesi e 10 anni dal momento in cui ho fatto una scelta.
    Dopo 10 minuti si scatenerà il panico, ma avrò fatto ciò che mi sentivo di fare.
    Fra 10 mesi vedrò se ho fatto bene o male (e nel secondo caso avrò cambiato nuovamente strada).
    Quelle che saranno le conseguenze fra 10 anni… chi può saperle? Non posso non cambiare semplicemente perché ho paura delle conseguenze nel lungo periodo. Magari fra 10 anni mi sarò già dimenticato di questo passaggio che decido ora.

A proposito di essere “schiavi dell’abitudine”… prima di tornare a fare ciò che dovete fare, prendetevi un piccolo spazio – cliccando qui – e poi ripartite a progettare il vostro cambiamento!