Cara amica imprenditrice e caro amico imprenditore,

Sei arrivato fin qui, alla fine di queste pagine.
Per prima cosa ti ringrazio per avermi letto. Sono sicuro che in alcuni passaggi mi hai criticato, ma è giusto che sia così: se io e te fossimo uguali la penseremmo allo stesso modo e tu non avresti avuto bisogno di leggere queste pagine! Spero, d’altra parte, che qualcuno dei suggerimenti e dei consigli che ho scritto possano averti fatto riflettere sull’opportunità di un tuo cambio di mentalità e di modo di gestire l’azienda.

Ma non ti sei reso conto che alcune cose che ho detto le conosci già?

Sei consapevole da tempo che alcune cose vanno cambiate, sicuramente da prima di prendere in mano questo libro e di iniziare a leggerlo. Io non ho fatto altro che ricordartele, cercando di attirarti verso un momento di riflessione, di riorganizzazione delle idee nel pieno della criticità.
Molti degli argomenti di cui ti ho parlato rientrano a pieno titolo in quella branca della gestione aziendale che prende il nome di “buon senso”.
È inutile che ci inventiamo termini roboanti, magari stranieri, tanto per dirne una: qui serve tornare ai fondamentali, cioè a quel buon senso che nessuna università ti può insegnare, perché o ce l’hai o non c’è niente da fare, salvo circondarti di persone che ne abbiano.

Se parte delle cose che ti ho scritto si basano sul buon senso e le conoscevi già, perché stai correndo ai ripari solo ora? Perché hai lasciato fuggire parte della mandria prima di chiudere la porta della stalla?

Dài, sii onesta/o: non c’era bisogno che arrivasse una crisi per farti riflettere su come gestire la tua azienda.

Bastava spostare un po’ l’attenzione dai tre verbi preferiti dagli imprenditori – produrre, fatturare, incassare (per qualcuno meglio ancora in ordine inverso) – per volgere lo sguardo verso un’organizzazione dell’impresa più moderna e attenta alle dinamiche del mercato.

Buona parte di ciò che ho scritto lo dovresti mettere in pratica in modo costante e continuativo, anche quando non c’è crisi e le cose sembrano funzionare.
Non è questione di dimensioni né di risorse.
È questione di mentalità, di voler mettere mano al cambiamento della tua azienda.
Non ci può essere alcun cambiamento nell’impresa che hai costruito o sviluppato, se non cambi tu per primo e metti in pratica quei buoni consigli di cui sei, fra l’altro, consapevole. È ora di muoversi, è ora di darsi da fare.
Anche se hai lasciato la porta della stalla aperta, ora devi prendere il toro per le corna.

Tieni presente le parole di Albert Einstein, una delle menti più geniali della storia dell’umanità, a proposito della crisi:

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per la persona e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e le difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. 

Finiamola, una volta per tutte, con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

È vero, questo libro si intitola “Le pillole anti crisi”, quindi di fatto prendiamo atto che ci troviamo in mezzo ad una situazione critica. I suggerimenti proposti vanno proprio nella direzione indicata anche da Einstein: lavoriamo con impegno e con competenza; in tal modo, quando sarà passata, la crisi sarà solo un brutto ricordo.

Ti lascio quindi con questo augurio: che la Forza sia con te!

Al di là della citazione da “Guerre Stellari” – ed ora siamo in una sorta di guerra commerciale globale – ti auguro di operare il cambiamento nel modo più veloce possibile, ma senza che tu avverta questo passaggio come imposto dalla crisi e dettato dalle circostanze.

Il cambiamento deve nascere da te, dalla tua voglia di rinnovarti, di crescere, di evolvere in meglio.
Questo è l’augurio sincero che ti faccio.

Grazie ancora per essere stato con me tutto questo tempo. In bocca al lupo!*

ricordati che si dice “viva il lupo” e non “crepi” 🙂