Ogni estate viene ricordata per qualcosa che puntualmente balza agli onori della cronaca e l’estate2016 è stata ricordata per gli Europei di calcio, le Olimpiadi e per una persona in particolare: Gianluca Vacchi.

Mr. #Enjoy, com’è soprannominato, è diventato un personaggio grazie allo stile di vita che ama condividere sui social dove viene etichettato come un figo, dai suoi fans, o uno sfigato, dai suoi detrattori (è risaputo che in Italia, dai tempi di Guelfi e Ghibellini, Coppi e Bartali, Inter e Juve ci si deve sempre dividere, no?).

Ma Vacchi è un figo o uno sfigato?
Lui, e tutti quelli come lui che si godono la vita qualsiasi cosa facciano, è un figo. Punto.

Giustamente con i mezzi che ha può permettersi di vivere in modo diverso dai comuni mortali, con un tenore elevato. Ma questo non è l’aspetto importante.
La vera cosa che assume un rilievo fondamentale – e quindi figa – è che indipendentemente dalle disponibilità se uno vive e lavora facendo ciò che ama fare, beh, sì, è proprio un figo.

C’è chi ama pregare, chi ama costruire scarpe a mano, chi coltiva campi, chi insegna, chi cucina, chi protegge, chi tiene i conti con precisione certosina, chi diffonde cultura, chi stira camicie, chi cura giardini, chi si appassiona al ricamo, chi passa il tempo a guardare le stelle, chi a fare volontariato, chi a realizzare un buon gelato.
Potrei andare avanti all’infinito, parlando di tutti quelli che vivono la propria vita ed il proprio lavoro in modo pieno e consapevole, quasi gioioso.
Senza alcun bisogno di imitare le vite degli altri, ma – “semplicemente” – vivendo la propria con entusiasmo, godimento e piena soddisfazione.

Non c’è bisogno di prendere a modello la figaggine degli altri: basta essere fighi ognuno per ciò che si ama veramente fare.

Perché sulla figaggine non si scherza: è una cosa veramente seria.
Se capisci quanto è importante essere te stesso e fare ciò che ti piace fare è come se avessi vinto il “turista per sempre”: ti cambia la vita.
Figo no?

Enjoy!